Osvaldo Licini |
dal latino colorem, derivato dalla stessa radice di celare, nascondere coprendo
Rosso:
è il colore e sta per ogni altro colore. Nel fondere un lato violento a uno misterico è il più umano, complesso, materico e prezioso dei colori.
è il colore e sta per ogni altro colore. Nel fondere un lato violento a uno misterico è il più umano, complesso, materico e prezioso dei colori.
“Un maestro miniaturista esperto di colori pestò e
polverizzò con le proprie mani nel mortaio le migliori cocciniglie
provenienti dai luoghi più caldi dell’India e ne preparò cinque dramme,
poi preparò una dramma di saponaria e mezza dramma di lotor. Mise tre
okka di acqua nel recipiente, ci buttò la saponaria e la fece bollire.
Poi aggiunse il lotor e lo mescolò ben bene. Lo fece bollire il tempo
necessario a prendersi un buon caffè. Mentre lui beveva il caffè, io mi
spazientivo come un bambino in procinto di nascere. Una volta che il
caffè gli ebbe aperto la mente e gli occhi, gettò nel recipiente e la
mescolò per bene con uno dei sottili bastoncini puliti che usava per
questo lavoro. Adesso sarei diventato un vero rosso, la mia densità è
talmente importante, l’acqua non deve bollire a lungo inutilmente, ma
deve comunque bollire. Prese un po’ d’acqua con l’estremità del
bastoncino e la mise sull’unghia del pollice (le altre dita non vanno
assolutamente bene). Ohh, che bello essere rosso! Gli tinsi l’unghia di
rosso senza colare, la mia densità andava bene ma c’era del sedimento.
Tolse il recipiente dal fuoco, mi filtrò attraverso un tessuto
pulitissimo e mi colò, divenni ancora più puro. Poi mi mise sul fuoco,
mi fece bollire ancora due volte fino a schiumare, aggiunse un po’ di
albume battuto e mi lasciò raffreddare. Passarono un paio di giorni,
rimasi lì in fondo al recipiente senza mescolarmi a nulla. Desideravo
essere steso sulle pagine, ovunque e su ogni cosa, mi offendeva stare
così. In questo periodo di silenzio meditai su cosa significasse essere
rosso.”
Il mio nome è rosso, Orhan Pamuk
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